Scroll

Cardillo Design

post-header
I primi albori tecnologici
Da gioco a lavoro
I primi passi nel mondo del lavoro
L’arrivo del COVID-19, il mio primo vero bivio
Ora è tutto pronto!

Riguardando la mia storia da freelance, mi rendo conto che quel desiderio di cambiamento che mi ha trasformato in una trottola che non smetteva di girare, oggi si rispecchia in quel bambino di 20 anni fa, curioso e creativo che anni fa voleva sperimentare, creare cose nuove, decidere le regole del gioco e trovare sempre un’alternativa per ottenere ciò che voleva. Se solo poteste parlare con mia madre… Quante gliene ho fatte passare😅

Eppure il suo approccio è sempre stato volto a convertire questa mia esuberante energia ed inventiva, in qualcosa di utile e funzionale per la ricerca del mio scopo nella vita… Qual’era? Beh ce ne ho messo di tempo per capirlo😅

I primi albori tecnologici

Se dovessi decidere una data precisa di partenza del mio racconto, penso che potrei iniziare addirittura dall’episodio dell’autoradio. Non saprei dire bene di preciso quanti anni avevo (forse mia nonna se lo ricorda… o forse no😅) ma direi di non aver avuto più di 6 anni. Non aspettatevi chissà che episodio da bimbo provetto, si trattò semplicemente di un bimbo che sapeva immagazzinare bene ciò che vedeva e lo sapeva riproporre prontamente nel momento giusto. Proprio come quella volta… L’autoradio della macchina di mio padre non funzionava e nessuno riusciva a capire il perchè. Io presi l’iniziativa di staccarla dal cruscotto e strofinarla sui miei pantaloni. MAGIA! L’autoradio partì. Non accusatemi di stregoneria😂 Parliamo dei primi del 2000, un’epoca in cui i contatti elettronici esistevano ma non erano così stabili; non mi ero inventato nulla, avevo semplicemente fatto qualcosa che avevo visto tempo prima da chissà chi. Eppure la soddisfazione di aver fatto funzionare qualcosa che i miei genitori non riuscivano a fare andare, mi fece sentire super euforico. Un misto di compiacimento e senso di utilità.

Così da quel giorno ricercai continuamente quella sensazione continuando a “cincionare” e giocherellare con gli apparecchi tecnologici di casa. Gli anni però passavano, io cambiavo e cambiavano anche le mie abitudini; ma tutto ciò che facevo veniva sempre contraddistinto dalla mia incredibile voglia di creare e sperimentare cose nuove. Creavo cose e studiavo, a modo mio, tutto ciò che di nuovo potessi fare a mano libera o meglio con il mio primo PC.

Dai Lego alle canzoni, dai giochi e i primi programmi sul pc fino a creare cianfrusaglie di legno costruite nel magazzino dei nonni… Spesso i risultati erano obbrobriosi ma poco mi importava, l’importante era che funzionassero e che mi facessero sentire appagato… ma sentivo che volevo di più. Volevo sempre di più.

Da gioco a lavoro

Crescendo così iniziai a studiare seriamente per cercare di trasformare tutto questo nel mio futuro. Iniziai a scoprire il mondo professionale e da lì nacque la mia voglia di crearmi qualcosa non solo bello per me, ma anche per gli altri. Così inizia a svolgere i primi lavoretti. Dalle prime mansioni nell’azienda di famiglia al mondo delle discoteche tra servizi di foto e promoter di scarso livello 😂 Insomma facevo veramente di tutto pur di sentirmi utile e capace.

Poi di colpo la svolta…
Mi ricordo ancora la lezione di un mio professore che ci iniziò a parlare per la prima volta di cosa fosse il marketing.

Mi innamorai da subito delle storie di successo di questi grandi brand che studiavano nei minimi dettagli le tecniche per essere sempre più vicini ai consumatori. Da Ikea a McDonald e Apple, studiai tutte le varie sfaccettature che portarono quelle “semplici” aziende ad essere dei veri e propri colossi nel mondo di oggi. Ciò che mi attraeva di più però non era l’aspetto economico, ma la genialità delle loro idee che li portarono ad essere un punto di riferimento ben chiaro nella mente di tutto il mondo. Capii subito… dovevo trasformare questa passione in una professione.

I primi passi nel mondo del lavoro

Terminati gli studi non vidi l’ora di approcciarmi realmente al mondo del lavoro e riuscii subito a trovare un mio spazio all’interno di una piccola, ma altrettanto valida, agenzia creativa di provincia e lì iniziai subito a capire quando vasto fosse questo mondo. Mi dedicai un po’ a tutto, per poi specializzarmi sempre più sul design al fine di promuovere le comunicazioni dei clienti dello studio. Lavorai per quasi tutto il panorama dell’intrattenimento musicale notturno d’Italia e per un ragazzo di 20 anni era veramente tanta roba. Inoltre mi vennero assegnati i primi clienti e collaborai ai progetti per importanti multinazionali sia italiane che estere. Ero veramente sugli allori… eppure!

Già perché nonostante la soddisfazione di lavorare per realtà che fino al giorno prima guardavo da consumatore, continuavo a sentirmi non pienamente realizzato in quanto non stavo creando nulla di realmente mio. Avevo bisogno di cambiare completamente approccio al lavoro.

Sentivo che era ora di prendere il volo e iniziai così di colpo il mio percorso da freelance.

Era il 2017 e iniziai subito come un treno. Cominciai con le prime realtà locali arrivando a lavorare anche con i più disparati brand del nord Italia. Dalla moda allo sport, dal turismo al giardinaggio… non importava cosa fare… l’importante era creare ciò che desideravo da tempo… Costruire qualcosa di realmente mio. Per l’ennesima volta le cose stavano andando bene ma senza rendermene conto una nuova ombra si sarebbe avvicinata e dopo pochi anni mi ritrovai nuovamente di fronte ad una scelta. Continuare o cambiare?

L’arrivo del COVID-19, il mio primo vero bivio.

Siamo nel 2020 e in Italia incombe la notizia che sta arrivando un virus terribile dalla Cina. La salute di tutti noi era a rischio, ma la cosa peggiore è che in contemporanea si iniziò a prendere precauzioni anche sociali e professionali. Ed ecco che in un attimo ci ritroviamo tutti chiusi a casa in quarantena.

Questa parentesi storica rappresenta per me un vero e proprio giro di boa. Dal turismo al commercio, dalla moda al ristorazione, tutti iniziarono a fare ciò che potevano pur di non stare fermi. Ci fu un vero e proprio “boom” digitale. Persone che fino a prima disprezzavano la tecnologia e l’online ora si trovarono ad investirci e creare la loro prima attività digitale. Cominciarono ad arrivarmi le prime richieste per creare contenuti per social, strategie di vendite online, nuovi siti. Un marasma di richieste che volevano ottenere risultati in breve tempo ma anche continuare ad apparire con l’eleganza e lo stile che li contraddistingueva e questo non era fattibile rimanendo ancorati ai vecchi fornitori. I designer fini a se stessi avevano competenze tecnologiche minime e gli esperti digitali erano ancora gli “smanettoni” che non rispecchiavano lo stile estetico che ricercavano molti miei clienti.

Insomma avvenne un vero e proprio cambio di rotta che mi fece percepire che era ora di ricreare completamente la mia figura professionale senza abbandonare però le mie radici e le mie passioni. Era l’occasione per riunire realmente tutti i punti. Mi creai così un nuovo appellativo per ciò che offrivo, ovvero il “digital marketing creator”, ovvero colui che non solo crea nuove opportunità legate al mercato online, ma crea anche tutti i contenuti e gli strumenti necessari per rappresentare con stile il proprio brand. Non si trattava più solo di studiare una strategia per aumentare le vendite, divenne un vero e proprio modus operandi per raggiungere meglio il proprio target ed analizzare concretamente i dati che emergevano. Un mondo che mi appassionò da subito proprio perchè diventava tutto ancora più concreto, tangibile e misurabile.

Ora è tutto pronto!

Potevo finalmente rispondere al mercato con una soluzione all-in-one che racchiudesse le mie capacità e le mie passioni. Penso che sia stato questo il vero senso di appagamento e libertà in cui oggi opero e che trasmetto anche ai miei clienti a cui offro consulenze. Avevo bisogno di sentirmi abile e concreto per i miei clienti, così da aiutarli REALMENTE a crescere e non essere solo una spesa. Volevo creare un servizio Win-Win e oggi penso di esserci riuscito grazie ad un lungo e profondo lavoro di ricerca interiore ed un continuo desiderio di miglioramento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *